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Social Network:

effetto No-Social

 

 

Negli ultimi anni il mondo di Internet ha guadagnato utenti in modo esponenziale in tutto il mondo. Se ne contano circa 2 miliardi, la cui maggioranza è di adolescenti e giovani. Dal momento che l’utilizzo di internet non sempre è corretto, un aumento nell’impiego di tale strumento implica anche la crescita dell’uso scorretto del Web, che si può configurare come patologico, fino a sfociare in una vera e propria dipendenza.

L’uso patologico di Internet, noto anche come Dipendenza da Internet, sta suscitando notevole attenzione negli ultimi anni, tanto da essere inserito nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V). La Dipendenza da Internet è caratterizzata da:

  1. uso eccessivo, spesso associato ad una perdita del senso del tempo o alla dimenticanza dei bisogni di base (come     mangiare e dormire);

  2. senso di alienazione, con la manifestazione di sentimenti di rabbia, tensione e/o depressione quando il computer o Internet sono inaccessibili;

  3. tolleranza, necessitando di accessori sempre migliori per il computer o di un maggiore tempo di connessione;

  4. ripercussioni negative, come discussioni, bugie, isolamento sociale e ampia compromissione del rendimento scolastico e/o lavorativo.

Uno studio recente condotto – da T. Durkee, M. Kaess, V. Carli ed altri autori nel 2012 – su un campione di adolescenti europei, ha rilevato come le percentuali di soggetti dipendenti da internet variasse in base al sesso e a fattori socio-culturali; fortunatamente in Italia è stato riscontrato il tasso più basso di prevalenza, rispetto agli altri paesi europei. Sembra che siano in numero maggiore gli individui di genere maschile a sviluppare un uso patologico di internet, probabilmente perché i maschi fruiscono maggiormente di giochi online, che predispongo ad un uso patologico del Web, contrariamente alle femmine che invece navigano in Internet quasi esclusivamente per scaricare le e-mail e per interagire con i Social Network.

Questi dati, però, non devono far pensare ad una mancanza di rischi nell’utilizzo dei Social Network. Infatti, secondo una ricerca condotta dal Pew Internet & American Life Project Research Center nel 2011, l’80% degli adolescenti che usano Internet utilizzano un Social Network e che il 93% di questi utenti hanno un account Facebook. Inoltre, è emerso che oltre il 50% degli adolescenti accede ai Social Network più di una volta al giorno, mentre il 22% vi accede più di 10 volte al giorno. Le percentuali riportate sono realmente allarmanti.

I siti che promuovono giochi online, chat e Social Network, come per esempio Facebook, aumentano giorno dopo giorno il rischio di sviluppare una Dipendenza da Internet. Questi siti sono proprio strutturati con il fine di attrarre determinati target di età (come gli adolescenti), attraverso interfacce, colori, immagini ed effetti “seducenti” che inducono a rimanere online più di quanto se ne aveva intenzione.

La libera e facile fruibilità – da parte dei bambini e degli adolescenti – di uno strumento come Internet o come un Social Network, nei quali si pubblicano informazioni personali, espone i giovani utenti a rischi elevati. Sono molti i fenomeni che si sono sviluppati negli ultimi anni nell’uso del Web, come l’adescamento e le molestie. Questi strumenti virtuali, inoltre, hanno modificato il modo di comunicare e di interagire con gli altri. Il computer e i cellulari hanno perfino assunto un ruolo centrale nell’esplorazione sessuale di adolescenti e giovani adulti, attraverso il Sexting, definito come la creazione, la condivisione e la trasmissione di immagini sessualmente allusive. E questo è alquanto preoccupante se si pensa che parliamo di portali pubblici in cui le giovani generazioni divulgano contenuti altamente intimi e privati, ribassando il loro valore a livelli infimi.

L’effetto di tutto ciò è una vita irreale, la cui identità si basa sul numero di amicizie possedute oppure sul numero di “Mi piace” ricevuti per uno stato pubblicato o una fotografia. Ci si sente in interazione con gli altri, attraverso la condivisione di contenuti, vivendo una situazione ingannevole, perché si tratta di una connessione virtuale; nella realtà si è pur sempre soli. A questo si aggiunge un notevole handicap nella comunicazione. Non sappiamo più comunicare. Internet, i Social Network e le nuove tecnologie hanno stravolto il modo di comunicare!

È evidente che la comunicazione mediata dalla tecnologia “perda qualcosa” nella traduzione del messaggio. Innanzitutto, non è così intima e completa come quella faccia a faccia, in cui gioca un ruolo fondamentale anche la comunicazione non verbale. Questa differenza essenziale rivela quali siano i vantaggi della comunicazione mediata dalla tecnologia e perché questa abbia sovrastato la comunicazione “classica”. Il distacco, l’alienazione e, a volte, l’anonimato possono fornire un senso di sicurezza ed immediatezza, facilitando messaggi più efficaci, attraverso la giusta selezione delle parole e la scelta dei contenuti da condividere, senza doversi preoccupare invece del tono della voce, dell’emotività e del linguaggio del corpo, che nella comunicazione faccia a faccia rivelano informazioni anche contro la nostra volontà.

Per quanto detto sopra, si ritiene di fondamentale importanza, parlare di questa realtà e farne conoscere gli irreversibili danni sulla vita delle nuove generazioni, con lo scopo di fare prevenzione e di promuovere un uso più sano e moderato di Internet.

Propongo di seguito la visione di un breve filmato – che sta spopolando sul Web e che contribuisco a divulgare – proprio su questo tema, che sia per tutti motivo di riflessione e cambiamento.

 

Dott.ssa Maria Libera Tanese

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